Sono passati 173 anni da quel 30 aprile del 1849, quando Roma fu presa d’assedio da più parti: austriaci da nord, i Borbone da sud, francesi e spagnoli via mare. Tutti erano entrati in guerra per rimettere sul trono papa Pio IX. I primi ad arrivare, sbarcando a Civitavecchia il 25 aprile del 1849, furono i soldati francesi (il più grande esercito dell’epoca) inviati da Luigi Napoleone, ancora presidente e futuro imperatore di Francia.

Il 30 aprile segna l’inizio della fine per la vita assai breve della Repubblica Romana. L’assedio francese, e degli alleati, durerà due mesi. Un’impresa eroica se pensiamo che al più grande esercito d’Europa, arrivato a Roma con 7.000 uomini, erano contrapposti dei semplici cittadini, volontari arrivati da tutta la penisola e anche chiamati da Giuseppe Garibaldi dal Sud America.

Uomini e poche donne che, per la maggior parte, non avevano mai preso un’arma in mano. Per due mesi tennero testa ai soldati di Napoleone, per poi capitolare definitivamente il 30 giugno. Dove oggi ci sono alberghi di lusso e un elegante quartiere residenziale, in quelle mura che ospitano ristoranti di gran voga, un secolo e mezzo fa morirono in cinquemila, tra italiani e francesi.

Su questo sfondo di combattimenti, violenze, speranze, patriottismo e gesti di umanità è intervenuto in collegamento Zoom da Roma Maurizio Tonali autore del libro “Roma 1849, l’alba della Nazione” intervistato da Renzo Casadei di Capire Edizioni.

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